Ciao invisibili, è ora di far sentire la nostra voce!
Questo blog nasce per darci l'opportunità di scambiare le nostre idee e per unire le nostre forze.
Vogliamo dire basta all'invisibilità, alla totale mancanza di diritti e di tutele. Siamo il futuro della nostra amata amara terra, dobbiamo far capire a tutti che un futuro si crea sulla stabilità, sulle certezze e sui diritti.
Il momento è propizio in campo nazionale. Alcune regioni hanno già dato l'esempio. Ora tocca a noi. Non perdiamo l'opportunità di rappresentare le nostre legittime richieste in sede di finanziaria regionale.
Fate in modo che più persone possibili conoscano questo blog, apriamo un dibattito. Muoviamoci!!!
Forza urlate tutto quello che per anni avete soffocato
venerdì 9 febbraio 2007
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15 commenti:
Concordo con quanto espresso precedentemente !
bisogna universi e muoversi, uscire dalla stanze ovattate che ci hanno cucito addosso e dire al mondo che ci siamo: paghiamo le tasse, lavoriamo, impieghiamo conoscenze, spesso universitarie, e puntualità in quello che facciamo.
In un paese in cui ogni giorno qualcuno sputa in faccia alla costituzione e nega ad intere categorie i propri diritti, facciamoci finalmente carico di ciò che la storia di questo paese ci ha consegnato: uguaglianza e dignità.
Quando Giuseppe Garibaldi partì con i suoi 1000 disperati per cercare un paese più giusto e più libero, non aveva idea di dove sarebbe arrivato ! Così ora tocca a noi intraprendere questo viaggio, tutti insieme, e far valere dei diritti che nessuna legge, nessuno può toglierci perchè è sancita dalla costituzione: avere un lavoro e poterlo praticare con passione e diritti e doveri.
Quei diritti che fino ad ora ci sono stati negati !
il giorno 8 febbraio 2007 nel quotidiano l'Unione Sarda qualcuno ha fatto emergere la nostra situazione: siamo tanti, sparsi in tutto il territorio della Sardegna.
Siamo tanti, tutti con una laurea, tutti con un diploma, tutti con alte professionalità e tutticon grandi responsabilità di lavoro. tutti in grado, ogni giorno, di far funzionare interi uffici e strutture. TUTTI, PERTANTO, IN GRADO DI ESSERE ASSUNTI REGOLARMENTE E DI AVERE UN FUTURO.
Partiamo tutti insieme, tutti e 1000, verso le terre che fino ad ora ci hanno precluso.
Finalmente un modo per farci sentire! Bisogna pubblicizzare subito questo blog e raccogliere dati utili per le nostre battaglie.
Get up, stand up,
stand up for your rights!
Get up, stand up,
don't give up the fight!
è GIUSTO ! FORZAAAAA !!!
basta con lo sfruttamento!
i contratti atipici dovevano essere un'opportunità per far entrare nel mondo del lavoro gli studenti, le mamme e tutti coloro che avevano bisogno di flessibilità, ora invece ci vengono imposti: o contratto di 3 mesi, forse rinnovabile, o divano di casa tua!!
ci hanno preso in giro, le aziende vogliono solo risparmiare sulle nostre teste...
Ci stanno sfruttando, mentre loro guadagnano un sacco di soldi! E' una vergogna!
ARTICOLO UNIONE SARDA DELL'8 FEBBRAIO 2007
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Precario fa rima con Pubblico - Negli Uffici della Regione gli atipici sono 364
Precari del pubblico impiego. Su oltre centomila lavoratori a termine in Sardegna, circa il 40% è occupato nelle amministrazioni pubbliche.
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"Il precariato nella Pubblica Amministrazione è il risultato di una politica errata che, a livello nazionale, ha ristretto risorse e personale. I tagli agli enti locali previsti dalla Finanziaria 2007 possono creare un ulteriore danno: per mantenere i servizi, i Comuni li affidano a imprese esterne che, con ribassi d'asta, non sempre garantiscono qualità e sicurezza", afferma la segretaria regionale della CGIL, Marinora di Biase. Servono dunque risorse nazionali per l'assorbimento del precariato. E a livello regionale, la CGIL chiede che "la Giunta concora alla soluzione del problema con azioni e risorse proprie: la stabilità del lavoro contribuisce a rendere la pubblica amministrazione efficace ed efficiente"
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La carica dei trecento. Anzi, dei trecentosessantaquattro: ossia i precari che nel 2006 hanno lavorato nel palazzo della Regione. Un esercito di co.co.pro che campa, mediamente, con stipendifra i diecimila e i tredicimila euro all'anno.
"Soru individua il lavoro e l'occupazione come obiettivi della sua politica. Pinna [CGIL] rincara la dose. "eppure questi dati confermano che c'è bsogno di utilizzare al meglio i dipendenti. E non solo. Notiamo anche che si prosegue con esternalizzazioni mortificanti per il personale"
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Cari amici,
ho riportato brevemente sopra il contenuto dell'articolo dell'Unione Sarda, quotidiano sardo, che parlava di precariato in generale e in particolare di precariato nella Pubblica Amministrazione.
Come si evince dall'articolo i precari non devono farsi ingannare in due cose:
1) non devono farsi dividere da chi dice loro che esistono "precari di lusso" e precari sfortunati. Come avete visto, anche i colleghi "fortunati" delle pubbliche amministrazioni non guadagnano cifre enormi.
2) non devono aver paura di esprimersi attraverso i sindacati, i blog e i mezzi di comunicazione per paura di Mobbing. Spesso, la maggiorparte di loro si contorce nella sua stanzetta sperando che qualcuno si accorga della sua bravura.
Vi assicuro che tutti sanno che siamo bravi, che sappiamo fare il nostro lavoro, altrimenti non ci terrebbero in sospeso con contratti di tre o sei mesi che, puntualmente, rinnovano perchè hanno bisogno d noi per mandare avanti la baracca !
Siamo noi a doverci rendere conto che il coltello dalla parte del manico l'abbiamo noi !
Siamo noi ad avere la laurea, siamo noi ad avere il diploma, siamo noi ad avere esperienza, siamo noi a saper usare il Computer, siamo noi a sapere le lingue straniere, siamo noi ad avere alta professionalità.
Senza di noi si comina ben poco negli uffici, nei call center, nelle fabbriche, nelle aziende pubbliche e private.
Spesso molti fra noi hanno svolto con successo lunghi e mortificanti Tirocini Formativi durante i quali erano già in grado di concorrere al buon funzionamento della strutture per le quali lo svolgevano.
Eppure non venivano pagati, non venivano spesati !
L'appello ora passa alla CGIL, a quel sindacato che negli ultimi tempi ha dimostrato, seppur timidamente, di volersi prendere carico di questa folta schiera di PRECARI che hanno solamente bisogno di un'opportunità, di un riconoscimento da parte di chi di dovere.
FATE SENTIRE LA VOSTRA VOCE !
NOTIZIE DI PRECARIATO DAL MONDO:
Il Blog di Beppe Grillo ci ospita e ci segnala: http://www.beppegrillo.it/2006/08/gli_schiavi_mod_4.html
Alcune esperienze dal Blog di Beppe Grillo:
1)
ciao, mi chiamo Francesco, 34 anni moglie e figlia a carico..come molti miei colleghi( 200 circa) lavoro come precario dal 2000 nell' alcatel di Rieti(da settembre 2006 ritel). i nostri contratti non superano mai il mese di tempo, tutela zero, stress stress stress solo stress.. è possibile questo nel terzo millennio in italia? non stiamo tornando indietro? in una società caotica come quella odierna c'è bisogno di tutela del cittadino, ma non perchè la merita, ma perechè altrimenti si rischia la rottura del sistema sociale...ciao
2)
caro Beppe, sono una mamma di tre bambini, mio marito, lavora in dipartimento di scienze biomediche all'università di Cagliari, ha un contratto cococo, il 28 febbraio scade il contratto, la dirigenza lo rinnova a condizione che accetti uno stipendio di 1.000 euro al mese. Siamo 5 in famiglia, mi sai dire come facciamo a vivere con 500 euro al mese considerato che devo pagare un mutuo bancario di 500 euro?
i miei figli, in base all'art. della costituzione vanno mantenuti, istruiti ed educati. ho parlato, con varie istutuzioni a Cagliari, ma senza risposta. Considera che mio marito ha 47 anni ed io 45 e non riesco a trovare lavoro. A te le conclusioni.
3)
Ciao a tutti, sono Giulya, studentessa dell'università di scienze della comunicazione di pisa. Con alcuni complagni abbiamo ideato questo blog www.aworkingclass.blogspot.com, dove parliamo, prima di tutto, di precariato, dove il nostro prof lavora gratis da 4 mesi, non ha una macchina, si giostra tra mille lavoretti. Il mio ragazzo va di mese in mese... della serie 366 lavori in un anno... Siamo tutti sulla stessa barca! Se vi va di venirci a trovare e di postare la vostra esperienza saremo felicissimi... Come voi altre persone ci scrivono. Stiamo cercando di fare una trasmissione radio, chiaramente senza mezzi, da trasmettere sul web, su temi d'attualità (vedi lavoro che non c'è!). Forse se ci uniamo, come hanno fatto in Francia, la legge si può abrogare... o perlomeno modificare! Ho 21 anni, e non faccio altro che chiedermi se e quando troverò un lavoro, e quanto mai potrà durare... 1 mese? 3 giorni? 4 ore? Che schifo di mondo... Davvero, noi non abbiamo futuro! Non possiamo continuare a pensare che i genitori ci mantengano... tanto più che hanno pensioni da fame e chissà quando ci andranno in pensione!
4)
Ho 31 anni, lavoro in un azienda che mi schiavizza per 12 ore al giorno, stipendio da fame, passo 6 delle 12 ore a sentire cazzate uscire dalla bocca di alcuni dei titolari, che non sanno bene cosa faccio, il marketing, quella cosa che ha a che fare con tutto e niente, il mio ruolo loro volutamente non lo definiscono così e tutta colpa mia, e i meriti sono i loro, ma questo è il minimo, il problema che la causa dei loro problemi sono loro stessi e il giorno lavorativo è quasi tutto succhiato da interminabili riunioni dove loro cercano stupidamente di scricare colpe su altri, e di impostae dubbi sul'efficenza del loro personale. La creescita professionale del loro team non gli interessa, anzi gli interessa solo la loro umiliazione, l'importante è che si lavori 12 / 13 /14 ore al giorno così lo stipendio, secondo loro, vale di meno.
Mi sono rotto le palle, prima o poi faccio una botta di matto e gli giro le scrivaniein faccia, tanto in queste condizioni chi si può fare un futuro o una famiglia, meglio levarsi qualche soddisfazioe..
Saluti da uno dei tanti disperati d'Italia..
5)
caro Beppe e cari amici del blog...conosco Beppe Grillo dai tempi di Te la dò io l'America (ero bambina eh???non sono mica così vecchia!) Ieri sera ho visto il dvd di Incantesimi. Siccome è da un po' che voglio dire la mia a qualcuno di VALORE riguardo un argomento per me molto spinoso (il precariato nel lavoro) mi sono finalmente decisa e voglio urlare: BASTA!!!! cococo, cocopro, cocosu e cocogiù...Io lavoro nella P.A. e sono cococo ma i miei orari, i miei doveri, non sono mica tanto flessibili! Ma che c...o mi tieni cococo? Ho 38 anni, un bimbo di 3 (favoloso), un mutuo sulle spalle di 30 anni avuto con la firma di garanzia di mio padre, sennò quando mai me lo davano un mutuo?
E ovviamente c'è sempre la grossa incognita: rinnovano il contratto? Non lo rinnovano?
E i concorsi? Ne vogliamo parlare delle procedure concorsuali?
Io voglio un posto fisso, io voglio garanzie per me e per il mio bimbo, io voglio che vada al Governo Beppe o uno della sua famiglia, almeno per 5 anni non lo prenderemmo nel c..o.
Poi, sai dove abito Beppe?
A Ferrara! E la centrale Turbogas?
Già in città abbiamo una fra le più alte percentuali di suicidi: adesso potremo rimpolpare la certosa coi morti di tumore...
Fine dello sfogo, di cui mi scuso: mi rendo conto da sola della sua poca originalità ed inutilità...
Baci
6)
ciao a tutti i miei colleghi...precari
il problema raga però è anche nostro.noi dovremmo lottare,fare qualcosa,scendere tutti in piazza tutti i giorni,scioperare fino a che non si arriva ad un accordo.
perchè non iniziamo a urlare e a muoverci.se non lo facciamo noi il governo non lo farà mai.
purtroppo io non sono capace di organizzare qualcosa ci vuole a capo qualcuno...qualcuno come beppe.
ok il sito,ma bisogna portare tutto alla luce del sole.
lo facciamo?
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Queste sono solo alcuni dei messaggi nel Blog, visitatelo:
http://www.beppegrillo.it/2006/08/gli_schiavi_mod_4.html
Leggete questo aritcolo di oggi della Nuova Sardegna
Cagliari, titolari di un negozio accusati di estorsione ai danni di dipendenti precarie
Busta paga pesante e salario leggero
ELENA LAUDANTE
CAGLIARI. «Firma la busta paga più pesante del reale stipendio altrimenti perdi il lavoro». Un’estorsione ai danni di dipendenti precarie del negozio di abbigliamento Underground, che per la pubblica accusa vale dai due agli oltre tre anni di carcere.
Tanto ha chiesto il pm Guido Pani nel corso del processo ai tre proprietari del negozio d’abbigliamento citato, alla periferia di Cagliari, accusati di aver costretto quindici commesse che si sono alternate nell’attività tra il 1996 e il 1999, a firmare buste paga più consistenti rispetto a quanto percepito. Il tutto, sotto minaccia di licenziamento. Il magistrato ha sollecitato al giudice Lucia Perra due anni e otto mesi di reclusione per Antonio Pica, di origini napoletane, primo amministratore della società “Bpc S.r.l.”, e tre anni e sei mesi per Alessandro Columbano, cagliaritano, amministratore nel’97, e per Umberto Bilanzuoli, titolare fino al’99. Alla sua richiesta, si è associata la parte civile, rappresentata dall’avvocato Antonella Giua Marassi, che si è costituita in giudizio per due dipendenti, Assunta Moncada e Monica Usai. Le due lavoratrici sono le uniche a non essere state risarcite dagli imputati e perciò attendono ora la provvisionale che, in caso di condanna, stabilirà il giudice. Tra il 1996 e il 1999, durante l’attività del negozio poi chiuso, Assunta Moncada e Monica Usai sarebbero state obbligate a sottoscrivere documenti che non corrispondevano alla realtà. Come le altre commesse, cassiere e impiegate dell’ufficio amministrativo, per gli istituti previdenziali percepivano stipendi regolari, fino ad un milione e mezzo di vecchie lire, nonostante fossero legate alla società da contratti di formazione o da apprendista, ripetutamente rinnovati. In realtà, nelle loro tasche finiva quasi la metà di quanto prevedesse la finta busta paga. Ma non potevano rifiutarsi, se non volevano perdere il posto di lavoro. Tanto che nessuno di loro ha denunciato i presunti abusi alle forze dell’ordine. E’ stata una lettera anonima ad informare l’ispettorato provinciale del lavoro, che ha fatto scattare i controlli e l’inchiesta penale. La prossima udienza il 21 marzo: la difesa è affidata ai legali Guido Manca-Bitti, Salvatore Casula e Giuseppe Pes.
notizia di MARTEDÌ 14 FEBBRAIO 2006
350.000 lavoratori precari nella Pubblica Amministrazione
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Solo per 7000 previsto un percorso per la stabilizzazione.
Una goccia nell’oceano che non risolve minimamente il drammatico problema del precariato, ma che paradossalmente rischia di non risolvere neanche quello dei 7000 lavoratori, i cosiddetti precari “storici”, che da anni lavorano nel Ministero della Giustizia, in quello della Salute, dei Beni Culturali e dell’Economia, all’Agenzia del Territorio, all’Inps, Inail, Inpdap ed Enpals, al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
Il comma 247 dell’art.1 della Legge Finanziaria infatti prevede la possibilità per le Amministrazioni interessate di “indire procedure concorsuali per assicurare con carattere di continuità la prosecuzione delle attività svolte dal personale precario”.
La scelta del concorso pubblico per stabilizzare i precari che da anni operano nelle Amministrazioni pubbliche è di per se ambigua e, a ridosso delle elezioni politiche, rischia di rimanere solamente una mossa preelettorale che non da risposte concrete ai lavoratori.
Questi 7000 posti seppur insufficienti sono una conquista delle lotte che i lavoratori precari hanno condotto in questi anni rivendicando il diritto ad un lavoro stabile e garantito e non devono diventare un’appetitosa opportunità di clientelismo per i soliti noti. Tutti gli accorgimenti “tecnici”che possono essere utilizzati nella costruzione dei bandi al momento non offrono la garanzia totale per una soluzione certa del problema, in questo modo si mettono concretamente a rischio migliaia di posti di lavoro.
Fin dall’inizio la RdBCUB Pubblico Impiego ha manifestato al Ministero della Funzione Pubblica l’inadeguatezza di tale provvedimento, ribadendo che il problema precariato non può essere affrontato con soluzioni tecniche imbrigliate nei vincoli imposti dalla legge, ma solo in maniera “politica” attraverso l’adozione di provvedimenti ad hoc che salvaguardino veramente la professionalità ed il posto di lavoro di chi, in tanti anni di precariato, ha consentito alla Pubblica Amministrazione di continuare ad erogare servizi all’utenza, nonostante il ripetuto blocco delle assunzioni.
Riteniamo che se una procedura concorsuale pubblica ha lo scopo di accertare i requisiti per l’accesso nella Pubblica Amministrazione, i lavoratori precari non devono dimostrare niente! Per loro parla la decennale pratica quotidiana con la quale contribuiscono al buon funzionamento degli uffici nei quali operano.
La battaglia contro il precariato, diventato oggi strumentalmente uno dei temi centrali della campagna elettorale, non passa certo attraverso l’individuazione di finte soluzioni con discutibili procedure concorsuali dall’esito incerto. Solamente la mobilitazione dei lavoratori può dare concretezza ad una vertenza che deve coinvolgere tutti, nella consapevolezza che proprio nel precariato si concretizzano, con maggiore contraddizione, la perdita dei diritti e della dignità dei lavoratori, la volontà di affossare la Pubblica Amministrazione, le scelte economiche di chi vede il lavoro precario funzionale ad un nuovo modello di organizzazione della produzione.
Per questi motivi la RdBCUB P. I. ha in programma un’assemblea nazionale dei lavoratori precari del Pubblico Impiego per rilanciare l’iniziativa, riprendere un percorso di lotta per tutti e concretizzare i processi di stabililzzazione già avviati.
Federazione RdB/CUB Pubblico Impiego
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Altra notizia di MERCOLEDÌ 24 MAGGIO 2006
L’allarme, lanciato dall’Ispettore capo della Ragioneria generale dello stato, è concreto e chiede al governo risposte immediate: stabilizzazione subito dei precari della pubblica amministrazione.
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Ad avviso delle RdB/CUB quanto sembra emergere dal nuovo Conto economico Annuale del 2004 non fa che confermare quanto già evidente a tutti: i precari nella pubblica amministrazione sono una realtà significativa e sono in aumento; l’allarme lanciato ieri al forum delle P.A. da Lucibello è concreto ed esige risposte immediate: centinaia di migliaia di lavoratori precari a vario titolo della Pubblica Ammnistrazione rischiano di perdere anche il posto di lavoro già da troppi anni precario.
Per questi motivi, e vista la “mannaia” che pende sul posto di lavoro di centinaia di migliaia di lavoratori (taglio di oltre il 40% dei posti precari secondo le previsioni dell’ultima finanziaria), è necessario che il nuovo Governo intervenga immediatamente disponendo la riconferma di tutti i contratti e approvando una legge di sanatoria che stabilizzi i lavoratori e ridia fiato agli organici compressi delle P.A..
Le RdB/CUB hanno predisposto una proposta di legge di sanatoria per l’assunzione programmata di tutti i precari della Pubblica Amministrazione ( Cococo, interinali, tempo determinato, LSU/LPU, cantieristi e titolari di assegni di ricerca o similari e dipendenti delle ditte e coop. appaltatrici dei servizi pubblici ) e per la reinternalizzazione dei servizi appaltati o dati in concessione, sulla quale chiederà al Governo e al parlamento di aprire un concreto confronto.
Le RdB/Cub chiedono al nuovo Governo di dare, così, una risposta concreta al problema del precariato a partire dai posti di lavoro pubblici e dagli oltre 350.000 precari della Pubblica Amministrazione e andando oltre il “concorso farsa” delle 7.000 assunzioni previste nell’ultima finanziaria.
Le RdB/CUB lanciano tra i lavoratori e gli utenti la campagna di mobilitazione “assunti davvero” a sostegno della proposta di legge e per dare risposte vere e non parziali alle centinaia di migliaia di lavoratori precari in Italia.
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Quanti passi avanti abbiamo compiuto dal 2006 ? NESSUNO !
Quanti ne faremo ? DIPENDE ANCHE DA NOI !
Precariato in Liguria
(AGI) - Genova, 8 feb. - Convegno a Palazzo Ducale sulla precarita'. E' un'iniziativa della regione Liguria che ha messo a punto un calendario per la parificazione dei diritti per quei lavoratori che sono in servizio da anni ma ancora precari. A introdurre i lavori e' stato il presidente della Regione, Claudio Burlando. Dai numeri emersi si configura un quadro d'insieme che si regge sulla precarieta'. A giugno 2005 i precari del sistema regionale erano 1.500. Con la Finanziaria 2006 si procede con concorsi verso la stabilizzazione di 93 precari, 49 laureati e 44 diplomati, eta' media 40 anni. Sono in corso le procedure anche per 29 precari di Datasiel, societa' che fornisce analisi e supporto tecnico per lo sviluppo delle iniziative di informatica della Pubblica amministrazione.
Nella Sanita' al 31 marzo 2005 erano censiti 26 mila lavoratori di cui 1345 precari. Allo stato attuale sono stati messi in regola 494 lavoratori, sono in attesa ancora 851, eta' media 36,7 anni di cui 587 donne. Sulla base delle risorse disponibile entro l'anno dovrebbero essere stabilizzati altri 300 dipendenti. ARPAL, Agenzia regionale per la Protezione dell'Ambiente ligure all'inizio del 2005 aveva 322 dipendenti di cui 100 precari, a dicembre 2008 98 dovrebbero essere stabilizzati.(AGI)
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Qualcuno in Liguria si sta muovendo, e in Sardegna ? Cosa si sta facendo ? Cosa stnno facendo sindacati e Giunta ?
Entro la legislatura niente più precari
Ieri sera è stato raggiunto l'accordo tra Governo e sindacati sulla riforma della Pubblica Amministrazione. Un accordo importante, definito da Guglielmo Epifani "un punto di partenza" su cui lavorare per migliorare la pubblica amministrazione e i suoi servizi ai cittadini. Un accordo che sblocca, anche, i rinnovi contrattuali per circa tre milioni e mezzo di impiegati pubblici. Tra i punti piu' importanti del memorandum il blocco delle esternalizzazioni, la regolarizzazione dei precari, la mobilita', gli esodi incentivati, la riorganizzazione della pubblica amministrazione con il rafforzamento delle funzioni manageriali dei dirigenti. L'obiettivo dell'intesa, ha detto il ministro della Funzione Pubblica Luigi Nicolais, è di avere "una pubblica amministrazione efficiente e capace veramente di raggiungere i cittadini e di essere un motore dello sviluppo e non un peso".
Tra i punti affrontati, quello delle esternalizzazioni. L'accordo prevede che le amministrazioni potranno affidare compiti all'esterno solo per le attività non centrali ("no core"), mentre dopo il confronto coi sindacati partirà "una progressiva reinternalizzazione di quelle
core". C'è poi l'impegno a raggiungere "la scomparsa del precariato" entro la fine della legislatura. "Il ricorso al lavoro flessibile - si legge sempre nel memorandum - potrà avvenire in base a tipologie e limiti individuati nella contrattazione collettiva". Nei contratti nazionali saranno introdotti "sistemi di valutazione e misurazione e criteri di accertamento dell'apporto individuale alla produttività. Il raggiungimento dei risultati costituisce uno strumento di differenziazione del trattamento economico" in sede di contrattazione integrativa. I risultati saranno controllati mediante la concertazione tra "le amministrazioni, le confederazioni sindacali e i cittadini utenti".
Via libera alla mobilità, tramite meccanismi di incentivazione, al fine di agevolare il trasferimento del personale dagli uffici dove non serve a quelli che hanno bisogno. Per i dipendenti non ricollocabili con la mobilità verranno apprestate "forme incentivate di uscita". L'accordo prevede inoltre che il numero dei dirigenti debba "essere ridotto, abbassando il rapporto medio dirigente/personale". La retribuzione dei dirigenti, "con modalità da definire nei contratti", va collegata "ai risultati della valutazione" della sua attività, valutazione che si fa secondo criteri stabiliti dagli stessi contratti. Prevista anche l'autonomia, da parte del dirigente, nell'utilizzazione del budget, mentre la sostituzione "deve costituire l'esito estremo di risultati negativi".
Precari nelle P.A., oltre mezzo milione
I precari nella pubblica amministrazione sono oltre 500 mila, e di questi oltre la metà lavorano nella scuola. Il dato è stato riportato ieri durante l'audizione dei rappresentanti della Ragioneria generale dello Stato alla commissione Lavoro della Camera, nell'ambito della indagine conoscitiva sulle cause e le dimensioni del lavoro precario nel pubblico e nel privato che si concludera' a marzo. Ne ha dato notizia l'agenzia di stampa Dire. Secondo le tabelle illustrate dall'ispettore generale capo della Ragioneria dello Stato, Giuseppe Lucibelli, nel 2005 i contratti di lavoro atipici e a tempo determinato nella Pubblica amministrazione sono stati in totale 505.968. Queste le principali tipologie di lavoro: 103.349 a tempo determinato, 4.786 contratti di formazione, 9.067 somministrazione di manodopera, 34.457 lavori socialmente utili. A questi vanno aggiunti i 225.716 precari del comparto scuola, 93.239 collaborazioni continuate e continuative, 35.354 consulenze di studio e ricerca. 'I dati in realta' sono al ribasso- ha detto alla Dire il presidente della commissione Lavoro, Gianni Pagliarini (Pdci)- perche' non si tiene conto dei lavoratori dei servizi esternalizzati, difficili da quantificare'. Dai dati a disposizione della commissione, spiega il presidente, in realta' il fenomeno delle precarieta', considerando anche il settore privato, si aggirerebbe intorno ai quattro milioni e mezzo. Stima da cui è escluso, ovviamente, il lavoro nero; insieme alle false partite Iva che mascherano lavori subordinati.
www.rassegna.it, 19 gennaio 2007
E’ arrivato il momento di farci sentire, dopo tanti anni soffocati da una pubblica amministrazione che pensa di farci un favore!!!!!! La giustificazione è sempre la stessa “siete fortunati, almeno voi state lavorando…..ci sono tante persone laureate che ancora non hanno trovato uno straccio di lavoro”. In sintesi….lavorate e state zitti e non sputate sul piatto dove mangiate!
E con questo vi manifesto tutto il mio disaccordo…..dobbiamo ribellarci a questo mondo lavorativo senza tutela sindacale e senza diritti che non ci offre la stabilità e la tranquillità necessaria per condurre una vita degna.
Ma a nessuno importa!!!!! Siamo gli innominabili, dobbiamo nasconderci sotto false spoglie dei co. co.co o co. co. pro. ……forme contrattuali che ti vien da ridere solo a pronunciarle.
Per non parlare della tutela nei confronti delle donne che non esiste!! . Quasi quasi devono chiedere il permesso per sposarsi o addirittura per farsi una famiglia!
Che opportunismo…..! Il punto è questo : sacrifichi parte degli anni negli studi per raggiungere un obiettivo importante : la laurea…….e poi speri di ottenere un ringraziamento, di iniziare un percorso lavorativo che ti offra una formazione professionale adeguata e negli anni una valorizzazione personale e soprattutto una sicurezza!!!!!!
Invece ti ritrovi, dopo esserti laureato, a dire: e adesso cosa faccio, come impiego il mio tempo!? Anche il sistema universitario nel suo complesso non ti consente di mettere in pratica tutto quello che hai studiato, e quando ti cominci ad affacciare nel mondo del lavoro, ci sono gli accozzati che riescono con le loro conoscenze a scansarti.
In sostanza c’è un vizio all’origine!
Ma sinceramente se dobbiamo cominciare a lottare per una giusta causa è necessario unire le nostre forze e urlare il nostro disaccordo a questa Regione che non fa altro che dire che non esistono i precari.
Vergogna! Noi abbiamo una dignità da rispettare. Siamo stanchi di andare avanti in questa condizione.
Basta con la schiavitù!
Renato Soru sbugiardato da tutti: Agricoltori, Addetti alla formazione, Precari, impiegati, disoccupati. Chi spende soldi solamente per siti web e giornali costosi sputa in faccia alle sofferenze della Sardegna e dell'intero genere umano !!
Riporto quanto scritto oggi su www.libero.it (link:http://liberoblog.libero.it/economia/bl6499.phtml=
21 marzo 2007 - 18:50
Precari, persone senza futuro
Qualcuno pensa che l'attuale governo, dopo aver detto durante la campagna elettorale che avrebbe lottato contro la precarietà, mantenga la promessa?
di marcos 19771
Ormai con gli anni che passano,quasi tutti non fanno più caso a quanta precarietà esiste nel nostro paese. Una precarietà che porta dritti dritti all'imbarbarimento delle coscienze.Se ci riesco cerco di spiegarmi meglio... fate un momento un piccolo sforzo di memoria... pensate un attimo con quanti uffici, negozi, call-center, cooperative, grandi magazzini,avete avuto contatti negli ultimi anni per i motivi più diversi ..ci siete? bene! ora pensate un'attimo a tutta quella marea di lavoratori che stanno dietro a queste strutture,e che di solito le persone neanche guardano in faccia... secondo voi questa marea di persone che lavora in questi posti ha la possibilità di rivendicare qualche suo diritto? oppure la minima possibilità che in un futuro sia messa in regola? NO... non credo proprio... chi avrà una possibilità sarà una parte così piccola che il prezzo pagato sarà talmente enorme in vite umane umiliate, offese e sempre più disperate.
Sono stato RSU in una media azienda, e vi assicuro che anche nelle aziende in "regola"...oggi come oggi è difficile far osservare sia le regole sindacali che il rispetto per il lavoratore... figuriamoci nel marasma della precarietà... i dirigenti e i padroni la fanno da padroni (scusate il gioco di parole...)
Dopo aver detto questo è giusto secondo me porsi delle domande... qualcuno pensa che l'attuale governo dopo aver promesso durante la campagna elettorale la lotta alla precarietà... mantenga la promessa ?
Siamo certi che i sindacati confederali saranno inflessibili nel controllare e intervenire?
Io mi auguro che le promesse vengano mantenute (ma molti dubbi li ho...),e che i sindacati facciano il loro dovere con tutti i governi...
Queste due cose sono fondamentali perchè i politici hanno il mandato dell'elettorato che ha creduto alle loro promesse contro il precariato e i sindacati che devono fare solo il loro lavoro...che è quello di difendere tutti i tipi di lavoratori...
All'inizio ho usato il termine"imbarbarimento delle coscienze"...lo confermo oggi c'è l'imbarbarimento da parte di molte aziende che non hanno più freni e pur di risparmiare tengono molte persone alla "gogna" con stipendi da fame e non in regola,al massimo con quei bei regalini che sono "i contratti a progetto"...questo lo fanno anche aziende vicine alla sinistra,tanto "la legge" glielo permette...questa legge è una delle più grosse malefatte ai danni dei giovani e meno giovani in cerca di lavoro.Poi c'è l'imbarbarimento della società,dove la maggior parte delle persone non si indigna più... neanche se questo accade a un proprio familiare. Per finire l'imbarbarimento dei mezzi di comunicazione...ormai in linea con la più totale disinformazione e accettazione dei lavori "a progetto" come un'unica soluzione contro la disoccupazione.
Un consiglio... quando qualcuno dirà o scriverà che i giovani non si sposano più,che non si fanno più figli, che ora i figli a 30 anni stanno ancora con i genitori... siete autorizzati da decreto popolare a mandarli a quel paese...
A noi spetta di controllare e verificare... ricordando a queste aziende e a questi politici... che i lavoratori hanno lunga memoria.
tratto da: Veloci come il vento
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Commento:
Caro Governatore Soru: dov'è la politica per i giovani? non mi risponda che il Master and Back favorisce i giovani.....favorisce i giovani ricchi che possono anticiparsi i soldi!!
Inziamo con il regolarizzare i precari della Regione e di tutti gli enti!! Quanti soldi stiamo spendendo, SOLDI NOSTRI, per www.regione.sardegna.it? Quanti soldi abbiamo speso per il libro di metà mandato? Un libro che contiene ARIA FRITTA!!
VERGOGNA !
Notizia del 17 maggio 2006 - 09:42 su www.libero.it
Il dito nella piaga
No alla precarietà. Ma quali sono le soluzioni possibili?
di Demetrio Vacca
La precarietà non va curata ma combattuta.
Per combatterla bisogna lottare e non limitarsi alla politica del "metterci una pezza".
Nè possiamo immaginare che la precarietà, vantaggiosa per le nostre imprese "opportunistiche", sia finanziata e sostenuta socialmente da un sistema assistenziale che non possiamo permetterci.
Per questo ho avanzato una proposta provocatoria che sintetizzo ma che si può articolare in dettaglio.
Prima di tutto una premessa le ipotesi di licenziamento che affronto sono quelle giustificate da motivi economici e sociali, è evidente che il licenziamento disciplinare è un istituto valido anche nel caso di contratto a tempo indeterminato.
Le aziende impattate dalla proposta sono le medio-grandi che hanno un fatturato superiore ai 500.000 euro l'anno.
La proposta per il superamento dell'attuale dicotomia fra lavoro a tempo indeterminato e precario, si basa su 3 pilastri fondamentali:
Istituzione di un'autorità di controllo del mercato del lavoro, sul modello delle autority attualmente operative.
Contratto di lavoro a tempo indeterminato, no a contratti flessibili. NON è Prevista nessuna forma contrattuale flessibile. La precarietà non è ammessa.
Ampliamento della possibilità di licenziamento da parte dell'impresa ammettendo che questo sia determinato da cause economico-sociali (crisi dell'impresa, ristrutturazione, riconversione etc).
Riguardo all'ampliamento della possibilità di licenziamento in deroga all'articolo 18 questa dovrà essere condizionata ai seguenti obblighi:
Accertamento economico della situazione imprenditoriale, basato sulle seguenti condizioni: estensione dell'obbligo di certificazione dei bilanci a tutte le imprese con più di 15 dipendenti e più di 500.000 euro di fatturato; accertamento svolto dall'autority di controllo con il supporto degli uffici provinciali del lavoro e basato sui dati dell'ultimo bilancio certificato e sulla semestrale/trimestrale di controllo. (l'accertamento giuridico della necessità del licenziamento rimarrebbe applicabile solo per l'ipotesi di licenziamento disciplinare e per giusta causa.)
Accertamento dell'insussistenza di finanziamenti statali a vantaggio dell'impresa.
Pagamento da parte dell'impresa di un'indennità al dipendente pari a sei mensilità lorde solo per le ipotesi di licenziamento per cause economico-sociali e non per i casi di licenziamento disciplinare. Tale indennità dovrebbe essere integrata da un bonus in base all'anzianità del lavoratore e la sua età anagrafica.
Erogazione di un'indennità di disoccupazione per 12 mesi con obbligo di formazione universitaria o equipollente: formazione erogata in base a specifiche scuole di specializzazione e volta all'aggiornamento/riconvesione del lavoratore, l'obiettivo è alzare il livello qualitativo della formazione dando a chi partecipa ai corsi conoscenze specifiche. Nella mia proposta i corsi di formazione dovrebbero essere erogati solo sotto la supervisione dell'università in modo da garantire la qualità dei contenuti. In questa ottica l'università dovrebbe essere responsabile della definizione dei cataloghi dei corsi classificati per comparti e dei relativi piani di formazione curando tutto il ciclo di vita del corso. Ogni lavoratore licenziato dovrebbe essere sottoposto ad un test di ammissione sulla base del quale individuare i gap formativi ed il corso adeguato.
Accertamento dell'insussistenza di finanziamenti statali a vantaggio dell'impresa.
Pagamento da parte dell'impresa di un'indennità al dipendente pari a sei mensilità lorde solo per le ipotesi di licenziamento per cause economico-sociali e non per i casi di licenziamento disciplinare. Tale indennità dovrebbe essere integrata da un bonus in base all'anzianità del lavoratore e la sua età anagrafica.
Erogazione di un'indennità di disoccupazione per 12 mesi con obbligo di formazione universitaria o equipollente: formazione erogata in base a specifiche scuole di specializzazione e volta all'aggiornamento/riconvesione del lavoratore, l'obiettivo è alzare il livello qualitativo della formazione dando a chi partecipa ai corsi conoscenze specifiche. Nella mia proposta i corsi di formazione dovrebbero essere erogati solo sotto la supervisione dell'università in modo da garantire la qualità dei contenuti. In questa ottica l'università dovrebbe essere responsabile della definizione dei cataloghi dei corsi classificati per comparti e dei relativi piani di formazione curando tutto il ciclo di vita del corso. Ogni lavoratore licenziato dovrebbe essere sottoposto ad un test di ammissione sulla base del quale individuare i gap formativi ed il corso adeguato.
Queste sarebbero le basi su cui articolare la proposta che si inserirebbe in un modello del mercato del lavoro basato su una concreta lotta al lavoro nero attraverso l'adozione di opportuni ed analitici indici di congruità che potrebbe ipotizzare anche un pagamento degli oneri previdenziali (cd cuneo fiscale) a carico dell'azienda in misura forfettaria e non più sulla base del singolo lavoratore (ipotesi estrema e forse applicabile solo a comparti in crisi o nascenti).
E' un'ipotesi, anzi è la mia ipotesi.....spero aggiunga qualcosa di utile al dibattito sul superamento della legge 30.
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